Ladispoli - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
 La cittadina è suddivisa nei quartieri del "Centro - Miami", di "Caerevetus", di "Cerreto" e di "San Nicola - Monteroni".
 Nel territorio si trovano le due necropoli etrusche di "Monteroni" (tombe a tumulo, riferibili probabilmente alla città di Alsium e databili tra il VII e il V secolo a.C., in maggioranza oggi scomparse) e di "Vaccina" (comprendente circa 60 tombe scavate nella roccia (VII-VI secolo a.C., probabilmente pertinenti ad un insediamento dipendente da Caere sorto sulla foce del fosso Vaccina, o Caeretanus amnis).
 Nel territorio erano sorte anche numerose altre ville antiche, di alcune delle quali sono stati rinvenuti cospicui resti ("villa di Pompeo" nella frazione di Marina di San Nicola, "villa della Posta Vecchia", "villa della Grottaccia", villa di "Vaccina", "villa di Marina di Palo", nei cui pressi si trovano anche le vestigia di una cisterna e di un monumento funerario, ).
 La Villa imperiale di Marina di san Nicola
 Sono i resti di una costruzione di notevoli dimensioni,  forse appartenuta a Pompeo, acerrimo nemico di  Cesare, ma è certo che i epoca imperiale la villa sia stata di proprietà degli imperatori delle dinastie Antonini eSeveri.
 Il Castello Odescalchi (visitabile solo dall'esterno)
 Di proprietà dell'antica e nobile famiglia omonima, è una costruzione risalente al XIV secolo. Adiacente al castello sorgono i resti dell'antico porto etrusco di Alsium, uno dei tre approdi di Caere, potenza economica etrusca ne VI secolo a.C., oggi conosciuta con il nome di Cerveteri.
  L'Oasi del W.W.F. di Palo Laziale
  L’oasi di Palo nasce nel 1980, area privata di proprietà dei principi Odescalchi e gestita dal WWF con un’estensione di 120 ettari, è oggi uno degli ultimi esempi di foresta planiziaria rimasti sulla costa tirrenica. Il bosco igrofilo (umido), in cui troviamo piscine e stagni, è formato da roverelle, cerri, frassini, allori e olmi.
  La macchia è composta da mirto, stracciabraghe, filliree, lentisco, leccio, alaterno, erica arborea. Vi sono inoltre delle splendide orchidee selvatiche e altre piante non autoctone coltivate nel giardino botanico. La fauna è varia... in questo piccolo paradiso terrestre vivono volpi, istrici, tassi, puzzole, ricci, faine, nutrie, testuggini, tartarughe acquatiche, tritoni e moltissime specie di uccelli migratori e non, come le cinciallegre, usignoli, rigogoli, codibugnoli, allocchi e barbagianni. Sulla costa passano e sostano moltissimi uccelli marini tra cui la sula oltre a una miriade di gabbiani. L’oasi si può visitare tutte le domeniche da ottobre a maggio con visite guidate alle ore 10.00 e alle 14.00.
  Torre Flavia
  Rileggendo racconti vecchi, di anche meno di un secolo, e consultando gli ingialliti catasti, si rimane allibiti nel valutare l'entità delle trasformazioni che l'opera dell'uomo è riuscita ad apportare all'ambiente naturale della zona costiera, in tempi così brevi.
  Racconti di antiche caccie, racconti di viaggiatori, descrizioni di un mondo popolato da grandi uccelli, da strani mammiferi, da mandrie di bufali, da misere popolazioni e da bracconieri (1). Un mondo ormai scomparso, ultimo relitto di questi frammenti: la Palude di Torre Flavia.
  Essa prende il nome dalla antica Torretta difensiva dell'epoca medievale.Dagli studi effettuati, si presume che il luogo sia stato abitato sin dalla preistoria e bonificato successivamente dall'ingegnoso popolo etrusco; non fu mai abbandonato poichè, sono visibili resti di un muro di epoca romana, sicuramente appartenente ad una villa marittima.
  La Palude, nonostante il degrado, offre ancora la sosta per le specie migratorie che seguono le rotte tirreniche. Il fascino della palude e degli stagni, con una rigogliosa flora autoctona, ospita le tipiche specie di questo ambiente, originariamente ambiente estremamente ricco di rettili e anfibi.
  La Palude, oggi, appare impoverita per quanto concerne il regno animale, origine del problema, le cause atropiche quali: il degrado, lo stress idrico, difatti, il fosso Zambra che negli anni '70 lo alimentava, venne distrutto per le opere di urbanizzazione del litorale di Campo di Mare.Attualmente, è alimentata dalle piogge invernali e dall'apporto di un altro canale, proveniente dalla zona nord dell'abitato di Ladispoli.
  La Palude è stata oggetto di occupazioni abusive, di lottizzazioni dei terreni che costituiscono la proprietà dell'ente disciolto (ARSIAL); tutti questi passaggi non hanno apportato benessere, ma continuo degrado.
  Allo stato attuale, riconosciuto Monumento Naturale Regionale, ed inserito nella mappatura dei siti di importanza europea, è stata dichiarata "zona speciale protetta" dalla Regione Lazio, affidandone la gestione alla Provincia "Ufficio Aree Protette".L'Ente Gestore per meglio tutelare questo patrimonio, ha pensato di aprire convenzioni esterne con altri enti ed associazioni, che provvederanno alla sua riqualificazione, approntando anche un piano di recinzione e ricostruzione percorsi.
  La finalità delle sinergie messe in campo sarà la rinnovata affluenza di scolaresche, di esperti e studiosi, di amanti naturalisti,per osservare questo singolare ambiente nella sua flora e fauna presenti; forse così, riusciremo, finalmente, a veder arrivare esemplari di animali, che finora hanno proseguito il loro lungo viaggio verso acque più proficue e sicure.
  E' il simbolo di Ladispoli. Fin dal secolo scorso la funzione era stata di controllo e difesa della costa; restaurata nel XVI secolo dal Cardinale Flavio Orsini, dal quale prese il nome. Furono i bombardamenti della seconda guerra mondiale prima e l'erosione del mare poi, a ridurla nello stato in cui si trova oggi. Adiacente alla torre si può ammirare la palude omonima regno di molti animali acquatici.
 Castellaccio dei Monteroni
 Un casale fortificato del XVI secolo (visitabile solo esternamente)
 Sagra del Carciofo
 L'evento cittadino annuale ladispolano è La Sagra del Carciofo, nel 2007 si arriverà alla 57° Edizione.Dal 2000 è riconosciuta come Fiera Regionale, mentre per il 2007, l'Amministrazione Comunale del Sindaco Gino Ciogli e l'Assessore Roberto Battillocchi, hanno chiesto alla Regione Lazio il riconoscimento di "FIERA NAZIONALE". Nata nel 1950, nel corso degli anni la sagra del carciofo romanesco ha riscosso sempre più successo, soprattutto nel corso della metà degli anni 90, quando personaggi famosi del mondo dello spettacolo come Ron, Renzo Arbore, Gigi Sabani e tanti altri, omaggiarono la Sagra con la loro presenza. La Proloco di Ladispoli (Presidente Claudio Nardocci) è impegnata al 100% nella buona riuscita della manifestazione che nel 2006, ha visto partecipare circa 400.000 persone. Nella Fiera sono presenti stand di tutte le regioni italiane per la promozione dei relativi prodotti tipici. Alla manifestazione partecipano da vari anni delegazioni di Paesi gemellati come Heusenstamm (Germania), Benicarlò (Spagna), Castroville (Califormia-USA)ed altre Città europee.